Cuore fedele

Cuore fedele

Dramma, di Jean Epstein, Francia, 1923.
Marie è un'orfana sfruttata duramente da un barista nel porto di Marsiglia. Vogliono darla in sposa a Petit Paul, un fannullone ubriacone. Ma Jean, un uomo che lavora nel porto, è innamorato di lei e Marie ricambia il suo sentimento. Marie è costretta a partire con Petit Paul, ma Jean li segue in un luna park dove i due uomini litigano. Nella rissa un poliziotto viene accoltellato e, mentre Petit Paul scappa, Jean viene arrestato. Un anno dopo, uscito di prigione, Jean scopre che Marie ora ha un bambino e vive con Petit Paul, che spende tutti i loro soldi per bere. Il bambino è malato e Jean cerca di dare una mano a Marie, aiutato da una donna storpia, che abita alla porta accanto.

Capolavoro dimenticato del cinema impressionista, un emozionante melodramma pieno di sperimentazioni visive. Dopo il film L’albergo rosso, del 1923, Epstein continua la sua ricerca artistica scrivendo questa volta la sceneggiatura originale, senza ispirarsi ad un testo letterario già esistente. Come altri registi della sua epoca come Abel Gance, Delluc, Dulac, L’Herbier, utilizza il cinema ed il melodramma per fare un discorso basato sulle teorie estetiche della fotogenia, teorizzata insieme a Delluc, e sulle sue personali speculazioni filosofiche. Gina Manès e Léon Mathot, la coppia di amanti che erano già protagonisti del film precedente (L'albergo rosso, 1923), diventano in Cuore Fedele i personaggi di una storia molto semplice, scritta in una sola notte. Un teorema filosofico e stilistico brutale. Cuore fedele si svolge in esterni in zone malfamate e reali come il porto, l'osteria, i sobborghi proletari e malfamati, in scenografie naturali di confine tra terra e mare. Gli ambienti reali diventano immagini simboliche dei sentimenti dei personaggi e materia prima dello stile del regista. Epstein non credeva nel realismo e si rifiutò di definire Cuore Fedele un film realista, come alcuni critici cinematografici avevano affermato. Il realismo nell’arte per Epstein non esiste: secondo la sua visione un’arte non simbolica non è arte. Immagini, volti e ambientazioni di rara poesia e bellezza.

Spunto di riflessione
Amore e possessività sono sentimenti incompatibili. Se esiste uno l'altro scompare. Quando sei possessivo e usi l'altro come una tua proprietà, stai riducendo quella persona ad una merce. Quella persona per te è un oggetto, una cosa, gli stai togliendo la dignità. In una relazione dominata dalla possessività nessuno ne esce salvo. Entrambe le persone, in modo diverso, si privano del valore più alto: la libertà.

LINGUA: francese (didascalie)
SOTTOTITOLI: italiano

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